mercoledì 30 marzo 2016

Vendetta

Sul terrazzino assolato e stretto
Leggevo intenta versi di Gozzano
E intrecciavo il glicine odoroso
Della dimora cantata nei sonetti
A trilli e gorgheggi dispiegati
Tra gli aranci carichi di frutti,
I rampicanti e le mura antiche.
Nei versi e nei suoni volevo
La feritoia che azzurra il paesaggio
E mi consola da rovinio e disprezzo
Dalla pretesa di un nuovo senza cura
Affastellato di antenne,
Di acciaio anodizzato.
Che vento e seme scovino una crepa  
-un interstizio-
E ricoprano l’opera meschina
Di passiflora pietosa a ricadervi  
Da pietre millenarie in verdi tralci
E di grappoli di glicine violetti
Inebrianti di gioiosa incuria
Ad avvinghiare l’impietoso scempio
Della Storia defraudata di strade
E umori antichi
Di voci nei cortili
E stanchezza dai campi
Del senso di sacro che attraversava il giorno
Arrossando il declinare tra riverberi di luce.
Vorrei sognare un romitaggio dolce,
Dolce m’inebria la verde vendetta.


Particolare di basamento in opera quadrata - Foto di Cristina Polli




lunedì 21 marzo 2016

Mio padre aveva gli occhi verde bosco


Mio padre aveva gli occhi verde bosco
E gli gravava sui tratti
Un’inquietudine perenne.
Non era la tristezza a visitargli il volto
ma un’ira tormentata e chiusa
che celava ferite antiche
e incomprensioni.
Eppure ricordo prati e i rari
Sorrisi nei giorni dell’infanzia.
Solo ora trasfigurato
Nel pensiero mi appare
Come un desiderio taciuto
Il verde bosco nel tuo sguardo.


Edward Hopper

La poesia è apparsa oggi in Nel centro dello specchio, VII e-book de "I quaderni di Erato" . 
Agli autori e ai redattori del blog il mio sentitissimo ringraziamento. 




domenica 6 marzo 2016

Chiedo in prestito


Chiedo in prestito una veste
Da indossare come un gioco sconosciuto
Per non essere io per un istante.
Chiedo di dimenticare il gesto appreso
Di sorprendermi quando alzo lo sguardo
Trasalire e perdere la presa della cima
Che tende tra la vista e l’oggetto una distanza.



William Turner - Venice, looking east from the Giudecca, sunrise