Con immutata e sempre viva gratitudine ad Anna Maria Curci, autrice dell'ispirata prefazione.
Il mito di Ulisse, che continua a essere fonte pressoché inesauribile di
ispirazione e variazioni sul tema, non ci tramanda la figura di una
figlia, una sorella di Telemaco che vivesse in modo diverso dal fratello
Telemaco l’assenza del padre, di una donna che opponesse
un’alternativa, mite e consapevole della propria mitezza
controcorrente, ai principi di rivalsa e di rivendicazione di diritti
affermati per nascita e per stirpe, di una donna che, allo stesso
tempo, desse voce, non tessendo tele da disfare e ricominciare come la
madre Penelope, all’attesa e alla ricerca. Leggendo le poesie di
Cristina Polli, qui riunite nella sua raccolta d’esordio, sembra invece
di ascoltare la voce di quella figlia di Ulisse di cui non troviamo
testimonianze nei testi antichi e tuttora attuali dell’odissea degli
umani. Un canto dalle sponde, con lo sguardo rivolto in più direzioni e
che trae note originali dall’incontro tra l’osservazione attenta, del
grande così come del piccolo, e la meditazione che sgorga da una
consuetudine, da una vera e propria cura introspettiva.
Qui la lettura completa.
C’è sempre una quarta dimensione, è quella che si guadagna cambiando punto di vista, disponendosi all’ascolto, al dialogo, de-centrandosi e accettando l’avventura della de-stabilizzazione. Accedervi significa valicare frontiere e attraversare nuovi territori con mente, cuore ed esperienza. In questo blog si parla di poesia, letteratura, filosofia, arte: tutte le forme in cui l’essere umano esprime la capacità di simboleggiare l’esperienza, crearla e darle ulteriori significati.
Nessun commento:
Posta un commento