Cristina Polli, TUTTO E OGNI SINGOLA COSA, Edilet 2017
Viene la pelle d’oca, ne so qualcosa, che un insegnante senta anche la
vocazione della poesia.
Faccio il maestro da molti anni e so benissimo l’indifferenza che alligna a
scuola in merito alla parola poetica, sia nel leggerla (leggerla, farla leggere
ai bambini) sia nel praticarla (utilizzarla come strumento potentissimo di
espressione di libertà, di crescita). La sensibilità verso la poesia sviluppa
una sensibilità particolarissima verso l’insegnamento e i bambini che però ci
fa sentire in solitudine, distanti, non sempre partecipi degli ingranaggi
dell’istituzione scolastica.
Sono parole che mi vengono in automatico leggendo questi versi di Cristina
Polli…che di professione fa la maestra.
Abito nella mia torre d’avorio,
fortezza eletta del mio sentire,
solitudine arroccata dove lascio
aditi dischiusi ad intuire
destini di umanità contrassegnati
da composti tormenti di passioni.
p. 11
Il tono di questo modo di sentire a parte prosegue anche nelle pagine successive:
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