Ho pensato sia tempo di parlare di laghi.
I laghi non sono fiumi né mari.
Con il cuore pieno d'ansia si seguivano i fiumi
e si giungeva ai mari.
Non si può seguire i laghi
così come si seguono i fiumi,
e giungere ai laghi non è la stessa cosa
che giungere ai mari.
I laghi se ne stanno a lungo nei loro luoghi,
come se riflettessero e invitassero a riflettere,
e nel farlo non vietano mai a nessuno
le riflessioni sui viaggi.
I laghi se ne stanno nei loro luoghi,a
ciò non vuol dire un'immobilità inerte -
con visibile e con invisibile flusso
continuano a creare contatti.
Alle nuvole danno il buon viaggio nei giorni di sole
ed in quelli di pioggia le accolgono.
Sicuri che le notizie necessarie saranno portate loro
dai mari del mondo.
Ho pensato sia tempo di parlare dei laghi.
Ho pensato sia mio dovere parlare dei laghi.
Ho pensato che i fiumi lo confermino
e i mari lo concedono.
In "... in un soffio tra gli aceri...", a cura di Paolo Ottaviani, LietoColle, 2019, p. 89 . Traduzione dall'estone di Mailis Põld.
Altre poesie in Parallel texts di Matilda Colarossi
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