Alla luna
Nei cinquant'anni
dal calpestio della tua faccia scabra
ti ripenso fatata di magia
negli occhi dei bambini
e degli amanti.
Quella prima parola di mia figlia
che non è stata mamma nè papà
ma un'incantata UNA
nel suo spiegarsi acerbo.
La manina protesa nella notte
e occhi intensi, vividi, già adulti.
Tra le mie braccia avvolte tutte e due
dal sospiro del tempo e dell'estate
col cuore aperto, libero, in pienezza
benedicevo il cielo della sorte
che mi faceva madre d'una bimba,
fin dal primo lunare balbettio,
curiosa come me dell'armonia
d'ogni bellezza che dilata il cuore.
D'istinto anteponeva le emozioni
alla stringente logica del vero.
Io la riconoscevo come figlia
ma constatavo che la mia creatura
più vagamente dentro sé intuiva
nella natura, più che in me, sua madre.
Marvi Dal Pozzo, La luna e l'orologio, La Vita Felice 2021, p. 18
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