Daniel Mason, Soldato d'inverno. Articolo di Maurizio Ceccarani.

 Vista da un ospedale delle retrovie, ogni guerra è uguale all’altra. Chi arriva è a pezzi e chi si sporca il camice di sangue sembra sempre più un macellaio che un medico. Bisogna sedare, amputare, scegliere chi far vivere e chi pietosamente lasciar morire. In un Impero austroungarico ormai prossimo alla fine, è questo l’inferno che dovrà affrontare Lucius Krzelewsky, un giovane polacco, rampollo di una famiglia ricca e di nobili origini che, straordinariamente portato per lo studio della medicina, frequenta l’Università a Vienna, dove risiede la famiglia.

Foto di My pictures are CCO Ehen doing composing da Pixabay

Succube della madre, e annoiato dalla società che questa gli fa frequentare, il giovane Lucius trova riparo e conforto nello studio, e parlare di medicina gli fa superare anche una leggera balbuzie, probabile strascico di un disagio famigliare. In particolare, Lucius è affascinato dalle cose che non si riescono a vedere, da ciò che si cela sotto o dietro le apparenze di qualche fenomeno clinico. Interessato alla nascente radiologia, fa esperimenti in laboratorio, conosce Madame Curie, elabora teorie. Ma questa tensione a voler capire ciò che non si vede, a cercare la malattia anche dove il corpo è apparentemente sano, non può non alludere anche a un’altra scienza, allora nascente: la psicanalisi.

La lettura continua sul blog di Maurizio Ceccarani, dal quale provengono anche le immagini, Il gufo ignorante

L'incontro dedicato a questo libro si è svolto il 24 maggio 2020. 

Nessun commento:

Posta un commento