La giornata
è uggiosa, la mia finestra incornicia un Monte Leano insolitamente verde,
gravato da nuvole basse che tentano di scenderne i pendii. La luce attenuata mi
permette di distinguere strade di campagna, prati, oliveti, abitazioni, rocce,
vigneti… i particolari che vedo mi fanno percepire la tangibilità del monte più
concretamente del solito.
Giro il mio
sguardo agli oggetti di casa e mi rendo conto di quanto siano presenti: la
caffettiera sul tavolo, la tazzina ormai vuota, libri, acquerelli, incisioni,
foto e minutaglie un po’ troppo stretti sul ripiano del mobile retrostante.
Quasi nessun
rumore dalla piazza su cui affacciano le mie finestre, tranne il suono di una
campana. E ora dei passeri che trillano. Il piccolo borgo potrebbe essere una descrizione
nella pagina di un libro, l’ambientazione scelta da un autore; potrebbe ridursi
a linee in bianco e nero nella scenografia di un fumetto.
Esserci e non esserci, vicino e lontano, tangibile e
irraggiungibile. Presenze e mancanze. Su questo restiamo in equilibrio nei primi grigiori d’autunno.
Vincent Van Gogh - Stanza di Arles
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