Incandescenze e corto
circuiti.
[...] Byung-Chul Han, adottando il paradigma neuronale per
spiegare le disfunzioni della società odierna, ci definisce La società della stanchezza[1]. Le
stanchezze nervose, i corto circuiti mentali ed emotivi, marcano l’odierna
condizione umana.
Che il paradigma usato da Byung-Chul Han renda conto di un cambiamento epocale ce ne avvediamo ritornando a leggere Handke. L’autore austriaco esprime il suo biasimo per coloro che procedono eternamente arzilli e per la loro progenie, “… i quali stanno già provvedendo a addestrare a pattuglie d’esplorazione anche i nipoti…”[2] . A costoro manca la stanchezza che accomuna chi condivide le fatiche e i frutti di un lavoro utile, del lavoro manuale e ben coordinato dei contadini durante la trebbiatura, o delle squadre di carpentieri che costruiscono tetti.
È facile associare gli “inveterati
(sic) criminali” agli yuppies e alle
schiere dei loro discepoli, ma gli eccessi a cui si sono, dapprima
volontariamente e poi forzosamente, sottoposti hanno cambiato la polarizzazione
della loro condizione socio- lavorativa, se non quella della percezione del sé.
Situati all’incrocio tra aspirazioni edonistiche e distorsioni dell’imperativo kantiano, costoro
hanno iniziato procedendo solerti e zelanti verso l’incremento della produzione
e la loro incandescente soddisfazione, ma hanno finito per andare incontro al
corto circuito, che deflagra in un istante le fiamme in cui bruciano le loro
facoltà intellettive ed emotive da lungo tempo arroventate. Il rischio è
diventare prede di apatie derivate da una stanchezza indicibile, apatie che devono
essere taciute pena la stigmatizzazione sociale e l’attacco di altri predatori.Che il paradigma usato da Byung-Chul Han renda conto di un cambiamento epocale ce ne avvediamo ritornando a leggere Handke. L’autore austriaco esprime il suo biasimo per coloro che procedono eternamente arzilli e per la loro progenie, “… i quali stanno già provvedendo a addestrare a pattuglie d’esplorazione anche i nipoti…”[2] . A costoro manca la stanchezza che accomuna chi condivide le fatiche e i frutti di un lavoro utile, del lavoro manuale e ben coordinato dei contadini durante la trebbiatura, o delle squadre di carpentieri che costruiscono tetti.
Nessun commento:
Posta un commento