Perso in un ingorgo
Di suoni e segni e viscere
È l’uso del gesto della specie
La parola seguita con il dito
In letture esplose di vermiglio
E toni in grigio urlati sopra i morti.
Non avevano bisogno d’altro scempio
Di parole come aghi di dolore
Come uno strazio aggiunto in agonia
La ripresa dell’ultimo respiro
Erano
Come in altre cronache
Bambini
Bambini dietro un volo giallo
Ali strozzate
Da anime asfissiate.
E resti a noi il marchio quotidiano
La quota biancoimpressa di cordoglio
E una preghiera asciutta per sanare
Un debito insolvibile a chi è solo
E non attende
Che torni la parola.
Paul Klee - woher? wo? wohin? - 1940
non torna la parola, non torna
RispondiEliminaNonostante lo tema, non mi arrendo. Inutile dire che è un invito.
EliminaGrazie per la tua lettura e per la tua attenzione, Antonio, ti sono debitrice di molte letture e conoscenze che riprenderò appena riemergo dalle fatiche quotidiane.