So che tu canti, madre,
oltre la polvere
che nella grafia minuta
detti il ritmo
come cammino nelle strade impervie.
Orchestri il caos
lo spazio della stanza
le intersezioni dei gesti
e degli eventi
tieni alla porta il vuoto
irreversibile
l’ordine usuale degli oggetti.
Da te mi viene una cura più vera.
Grazie per il tributo di affetto a una "asphaleia", solidità, di cui ci illumina il carattere necessario, urgente, grazie anche per quel canto "oltre la polvere" che giunge, forse, dal XV dei "Canti durante la fuga" di Ingeborg Bachmann.
RispondiEliminaGrazie a te per la lettura e la tua cara attenzione. Credo che mia madre amerebbe la Bachmann: sì ho pensato a lei e le ho in qualche modo accostate in un percorso verso "l'essenziale".
RispondiEliminaGrazie, cara Cristina. Soprattutto per gli ultimi versi.
RispondiEliminaGrazie a te per la lettura, carissimo!
EliminaBellissima
RispondiEliminaGrazie, Ermelinda!
Elimina